Acqua
L’acqua è un elemento difficile. E’ fondamentale per la sopravvivenza di tutti, piante e animali.
Il nostro corpo è composto in buona parte da questo elemento, e la sua presenza sulla terra ha molte forme e dimensioni.
È priva di forma e la sua forza è la capacità di adattamento.
L’acqua è simbolo di trasformazione, da nuvola può diventare pioggia, che diventa pozzanghera, ruscello, fiume, mare. Evapora in nebbia e cristallizza in neve.
È in connessione con altri elementi come il fuoco e diventa acqua termale e terapeutica.
È in connessione con l’aria e diventa nebbia.
È in connessione con la terra a cui dona la vita.
Ma l’acqua è anche incontenibile.
Quando è troppa può portare distruzione e morte, pensiamo alle inondazioni , ai tifoni, agli tzunami in cui si fonde con gli altri elementi diventando terribile.
L’uomo sin dall’antichità ha osservato la natura e tratto da essa degli insegnamenti. Spesso l’acqua aveva accanto spiriti del luogo o dei e dee dedicati ad essa, per placare la sua potenza e godere dei suoi aspetti positivi.
Ma anche gli animali sono in grado, se li lasciamo scegliere, di pensare alla natura secondo le proprie esperienze, non solo individuali, ma anche di specie.
Se un cucciolo ha un’istintiva paura dell’acqua e si rifiuta di essere immerso, possiamo pensare ad un rifiuto perché è inesperto e ha paura di ciò che non conosce oppure ad una paura che si è tramandata di generazione in generazione.
O viceversa un cucciolo di una razza più acquatica, come i retriever e i cani da acqua, potrebbe avere solo bisogno di un riconoscimento di quell’elemento, e una volta riconosciuta come parte di sé, basterà un semplice percorso gioioso.
Perché uso la parola gioia?
Perché l’acqua è sempre stata connessa alle emozioni. Approcciare l’acqua per i nostri cani è un percorso che va condiviso.
La loro scelta deve essere sempre in primo piano e vanno rispettati i tempi e le emozioni.
La paura va accettata e compresa. Immergersi in un elemento diverso, perdere il contatto con la terra, è molto destabilizzante se si affronta costretti e non per scelta.
Per questo è importante che le prime esperienze non siano finalizzate a far entrare il cane in piscina. Non va tirato per la pettorina e costretto all’immersione. Non va costretto a muovere le zampe da fermo trattenendolo in braccio.
L’ acqua è un affidarsi. Prima al proprietario e poi a sé stessi.
È un momento di abbandono delle certezze e il cane va accompagnato in questo processo più mentale che fisico.
Se poi il cane ha un problema di tipo comportamentale, questo passaggio sarà più graduale e lento, in armonia con le sensazioni vissute sia a livello psicologico, che fisico. Ricordo sempre che ogni cane è un individuo e il suo percorso è il suo, non quello standard, non quello performante.
Queste lezioni presso la piscina della Clinica Veterinaria San Marco, sono altamente professionali e si basano su una lettura attenta della relazione della famiglia che ci chiede l’intervento.
Lo scopo è osservare come le richieste, le domande e le risposte che il cane con la sua famiglia ci pongono, possono avere un beneficio al contatto con l’elemento acqua che ci spinge al movimento, ma anche al lasciar andare, al lasciar fluire, all’abbandonarsi con fiducia.
Dr. Enrichetta Stefania Acquesta