Di nome e di fatto
Ho sempre pensato che il detto latino “Nomen (est) Omen” avesse un significato importante. Quando diamo un nome ad un bambino, ma anche ad un animale, spesso non pensiamo al significato vero di quel nome, che magari si perde nella notte dei tempi. Ma gli antichi romani invece spesso davano dei nomi relativi all’ordine di nascita: Primo, Quinto, Ottavio … ( Magari non molto originale), altri all’aspetto fisico pensiamo a Flavio, che significa Biondo, oppure Claudio che significa zoppo o Livia, che vuol dire pallida, ( anche se era corrispettivo anche di un cognome e corrispondeva alla Gens Livia. Altri nomi sono aggettivi relativi alle caratteristiche relative al futuro o alle speranze riposte nell’arrivo di un figlio: Donata, Felix, Pulcra. Oppure a qualità desiderate nel carattere come Modesto, Savio, Tranquilla .
Alcuni nomi evocano delle località di provenienza come Sabina, Dorico, Hispanico o Mauritio.
Anche gli animali ispirano spesso i nomi, come Corvus, Cattus , Lupus, o Ursula. Oppure le piante e troviamo Flora, Hortensius o Rosa.
Quando il nome appartiene ad un Dio o è dedicato ad un Dio, ecco che le prospettive si ampliano: troviamo Apollodoro, Diana, Giunonia. E i nomi dei nostri animali domestici? Quali nomi scegliamo?Sono Istruttrice cinofila da anni ormai e ne ho sentiti moltissimi di nomi. La tendenza più moderna è di utilizzare nomi ad uso umano, ma stranieri. Per esempio la mia Ivy ha un nome inglese antico, che significa Edera. Ma ci sono Tessa, Sally, Maggie sempre di origine inglese. E dal Giappone Keiko, Masami. Oppure i più nazionali Oscar, Ambra, Totò, ma conosco dei Leonardo, e anche Andrea.
Poi passiamo ad aumentare le aspettative e allora ecco scrittori o filosofi come Kant, Eliot, o artisti come Frida, Amedeus.
Ma cosa succede se invece vengono tirati in ballo gli dei o dee antichi ?( antichi perche’ devo ancora trovare dei cani di nome Gesù o Budda)…
Molto comuni sono Zeus, Atena, e Thor. Sono nomi bellissimi e molto potenti. Evocarli avrà degli effetti sulla vita futura del cane? E sul sistema familiare? Certo l’ironia è simpatica, ma richiamare Attila o Lucifero è veramente senza conseguenze? Quale è il rischio di chiamare ogni giorno il nostro cane evocando una personalità negativa? Quello che mi colpisce è che spesso sono nominati senza una reale consapevolezza o anche uno studio approfondito. Si cerca su Internet e si sceglie un nome accattivante o che attiri l’attenzione. Dietro al nome ci sono anche speranze o modelli interiori, che riproponiamo.
La mia Ariel ( Leonessa di Dio, non solo sirenetta di Disney e la dice lunga sulle mie aspettative) era una cucciola che usava molto la bocca e ed era stata soprannominata la “Murena” o addirittura Ursula della Sirenetta di Disney. Ho compreso presto il mio errore e adesso le ho dato come appellativo Principessa. Vi assicuro che funziona.
Quando come educatori o istruttori cinofili ci approcciamo ad una famiglia, è importante focalizzarsi sulle qualità del cane e non solo sul problema esistente. Lavorando anche in Interventi Assistiti con gli Animali, o Pet therapy vediamo che gli psicoterapeuti sanno benissimo come scoprire i veri talenti dei bimbi. Come conoscere il loro mondo interiore magico e lasciarlo aprire. Così anche noi educatori, istruttori e proprietari dobbiamo pensare sempre che dietro ad un cane o gatto o cavallo c’è un individuo, magari di non facile comprensione, ma con talenti personali o anche difetti ben precisi. Importante è saper accettare i difetti e focalizzarsi sui pregi.
In quest’ottica dovremmo fare come i popoli nativi americani che aspettano a nominare i propri figli, e a volte il nome cambia dall’infanzia all’ adolescenza o in età adulta, quando un evento particolare , una avventura, un aspetto del carattere o una passione sono finalmente emersi, come un fiore sbocciato.
Nel frattempo possiamo chiamare i nostri animali con i nomi che ci piacciono di più, ma cerchiamo di fare delle ricerche accurate per essere sicuri del modello in cui stiamo chiudendo il nostro cucciolo. E rimaniamo aperti alla personalità, alle variazioni, ai cambiamenti e alla diversità! In questo ringrazio la fantastica amica Flavia Vezzaro che mi ha proposto questo cortometraggio da vedere! Si chiama “Il circo della farfalla”. Offre una brevissima ma interessante visione sulla vita e possibilità di autorealizzazione. Il progetto di vita non è scritto nella pietra, ma anzi con l’aiuto della vera amicizia può intraprendere la via della libertà e dell’autostima.